The Kid: la mia arte è un’arma da guerra #tbt

L’intervista a The Kid è stata precedentemente pubblicata su Toh! N.29

The Kid, un nome che fa sorridere se si pensa che l’artista in questione è autodidatta e a di venticinque anni ha il coraggio di un uomo adulto.

Con la consapevolezza di possedere e nell’usare la sua arte come strumento, come una vera e propria arma con cui manifesta i suoi punti di vista muovendosi in quello spazio che sta tra l’innocenza e la
corruzione umana, l’ingiustizia, il pregiudizio e l’intolleranza.

Attraverso l’uso di sculture e illustrazioni iper realistiche e incredibilmente vivide, The Kid ritrae soggetti che diventano imponenti e provocatori, vittime di condizioni sociali specifiche, dove le loro azioni derivano dalle
conseguenze di una disperazione sociale.

Sorprende l’abilità della tecnica con cui crea sculture a grandezza umana, enormi quadri a olio e tempera o disegni realizzati solo con l’uso della penna Bic, ispirata dai giovanissimi detenuti che ne fanno uso per tracciare i loro rispettivi tatuaggi, simbolo di appartenenza a una gang.

I giovani immortalati da The Kid sono travagliati, corrono selvaggi, tatuati e spaventati, affrontano la vita tremula e incerta in un futuro distopico.

 THE KID

Da quando una delle regine della moda francese e talent spotter Carine Roitfeld ha cominciato a sostenerlo con CR Fashion Book, l’ascesa del giovane artista è stata irrefrenabile, fino a arrivare alla sua ultima
mostra Back To School – A Portrait Of Youth In Revolt al Grand Palais di Parigi durante l’Art Paris 2016

Il ritratto di una Lost Generation con nuovi dipinti a olio su vasta scala di giovani al limite, dove fa da slogan nichilista il tatuaggio “Without Hope, Without Fear” posto sopra gli addominali esattamente tra i boxer e l’impugnatura di una pistola.


Iniziamo parlando dalla tua ultima mostra Back To School – A Portrait Of Youth In Revolt al Grand Palais di Parigi, mi racconti qualcosa?

Gli scorsi dodici mesi della mia vita sono stati un periodo molto interessante, ero esattamente nel bel mezzo della realizzazione della mia nuova mostra, viaggiando su e giù tra il mio studio di scultura in Olanda e il mio studio di pittura e disegno a Parigi.

Lavoravo simultaneamente in entrambi gli spazi alla mia più grande installazione fatta di sculture, nuovi dipinti murali a tempera d’uovo intesa come un’esperienza in cui immergersi totalmente.

Tutto ciò ha visto la luce lo scorso marzo a Le Grand Palais per la mia quinta mostra personale.

THE KID
Back To School – THE KID – Detail I – 2017 – Sculpture in oil-painted silicone various materials no animal was used – 240 x 310 x 190 cm – Public Collection Switzerland ©THE KID All rights reserved – Courtesy Galerie ALB

Qual è il tuo punto di vista sulla gioventù?

In questa mostra ho voluto ritrarre attraverso installazioni iper realistiche a grandezza naturale, sculture e quadri, il nuovo confronto che percepisco tra la gioventù odierna e il risveglio del nazionalismo e del fascismo.

La gioventù odierna che lotta con la paura dell’odio antico e la
speranza di una nuova rivoluzione per i diritti civili.

Ho ritenuto importante che nella mia nuova mostra, non solo si riproducesse la nostra situazione politica attuale, ma che si facesse risonanza attraverso immagini storiche di giovani che protestavano per i diritti civili e contro la guerra del
Vietnam negli anni ’60 o alle immagini di studenti che di fronte alla violenza della polizia, si difende con armature improvvisate fatte di attrezzature sportive scolastiche come i caschi da calcio americani.

THE KID

Qual è la parte peggiore e migliore nell’essere giovane secondo te? Come mai hai scelto The Kid come nome?


Troppe persone crescono questo è il vero problema nel mondo. Non ricordano più come sia essere ragazzi, guardano verso gli altri, costruiscono muri per proteggersi dalle differenze e chiudono gli occhi a problemi evidenti nella nostra società.

Per questo ho deciso di usare il soprannome The Kid, che mi è stato dato fin da quando ero piccolo, in ribellione a qualsiasi forma di conservatorismo che viene troppo spesso fuori con l’età adulta.

THE KID
Bryan And David – THE KID – 2013 – Bic byro on paper – 175 x 275 x 6 cm – Private Collection UK ©THE KID All rights reserved – Courtesy Galerie ALB

Adoro i nomi che scegli per le tue opere come: I Go Alone, or God Is Dead and Humanity Is Overrated. Come funziona per te? Scegli il nome prima di lavorare sulla tela o su una scultura?


Non esiste alcuna regola, a volte sono parole che ho letto in un libro, sui muri o sentito in una canzone a ispirare la realizzazione di un’opera, a volte invece ho un’idea visiva e il titolo mi viene mentre sto lavorando.

THE KID
I Go AlonE

Ho letto che sei un artista autodidatta. Quando ti sei reso conto che eri così bravo nel creare arte; com’è iniziato tutto?


Per quanto mi ricordo fin da bambino. Mi sono sempre sentito portato a disegnare, dipingere e scolpire le cose per creare il mio mondo e per fuggire dalla realtà. Già in quel momento avevo una visione molto chiara di quello che volevo fare.

Odiavo la scuola, non potevo affrontare la sua mentalità ridotta e il suo modo di pensare privo di originalità. Il fatto di non essermi adattato a uno
stampo prefissato ha generato molta fatica, ma alla fine è stata una benedizione. Ho lasciato la casa che ero ancora adolescente per viaggiare in Europa e in America, facendo molti lavori creativi simultaneamente.

Dopo alcuni anni ho iniziato a sentire che stava davvero diventando vitale
per me smettere di adattarmi alle visioni di altre persone e di seguire solo la mia. Per diversi mesi mi sono dedicato ai miei primi dipinti a carboncino e dei ritratti a matita di olio su carta.

E come ha voluto il destino, ho conosciuto Anouk Le Bourdiec, la giovane e appassionata fondatrice della Galleria ALB a Parigi. Ha creduto nella mia visione e ha immediatamente esposto la mia prima serie di opere God Is Dead and Humanity Is Overrated.

Questo mi ha permesso d’iniziare a lavorare a tempo pieno alle mie opere d’arte e creare l’anno successivo la mia prima personale The Endgame.
Un riferimento al gioco degli scacchi quando il risultato è conosciuto e inevitabile, Marcel Duchamp ne era ossessionato, e poi mi sono ispirato al dramma di Samuel Beckett, in cui la fine è annunciata sin dall’inizio, proprio come il destino della maggior parte dei giovani soggetti che
ritraggo nelle mie opere.

È in questa mostra, dove ho esposto i miei primi disegni fatti con la penna Bic e le sculture di silicone a grandezza naturale. Grazie al supporto iniziale di persone come Carine Roitfeld, che ha invitato giornalisti da New York per questa mostra, il mio lavoro ha avuto una
grande risonanza anche oltre la Francia.

The Kid
Rise And Rise

Sono sempre stato molto attratto dai dipinti iper realistici come i tuoi, così perfetti che a volte è sono quasi inquietanti. Cosa ti ha portato a usare questa tecnica?

Gran parte della mia tecnica viene dal mio istinto, è naturale. Come ti accennavo prima sono sempre stato attratto dal disegno e dalla pittura. Sono sempre riuscito vedere il lavoro finito nella mia testa prima ancora di incominciare.

Per me ognuna delle mie opere è come se fosse un grande
puzzle, so cosa deve diventare, quindi comincio a definire i pezzi, naturalmente incontro difficoltà, ma continuo a lavorare fino a quando ogni pezzo s’incastra nella posizione corretta.

Nonostante non possa sopportare alcuna forma di autorità, specialmente quella che viene a scuola, amo scoprire e studiare le cose da solo, finché non diventa un’ossessione. Se a un certo punto mi blocco, posso trascorrere notti intere cercando su Internet o su Youtube per trovare una soluzione.

The Kid
RESIST – BY THE KID – 2017 – OIL PAINT AND EGG TEMPERA ON CANVAS – 242x211x6cm-95x83x2in © 2017 THE KID ALL RIGHTS RESERVED – COURTESY GALERIE ALB


Quanto tempo ci vuole per creare un dipinto o una scultura The Kid?


Uno dei miei grandi dipinti a olio e tempera d’uovo può durare anche tre mesi, una sola scultura in silicone completamente dipinta a olio anche quasi un anno.


Come descriveresti il ​​tuo lavoro?

Sono sempre stato attratto da una frase de Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde: “Dietro ogni cosa squisita c’è sempre qualcosa di tragico”. Penso che sia un elemento che hanno in comune tutte le mie opere, perché nonostante la loro giovinezza e la bellezza, tutti i miei soggetti sono destinati a fallire, come un fiore è destinato a svanire. Cerco sempre di ritrarli in quel momento caratterizzato da innocenza e corruzione.

The Kid
Rage Against

Ritrai delle persone dal vivo per i tuoi dipinti o lavori con fotografie?


Tutte le mie opere sono ispirate a veri eventi che si sono verificati negli ultimi decenni principalmente negli Stati Uniti e dai singoli individui coinvolti. Dopo di che, utilizzo sia i modelli dal vivo, che attraverso altri diversi riferimenti visivi mi permettono di creare la mia
reinterpretazione.


Ci sono molti messaggi nella tua arte, ti piacerebbe parlare di alcuni di loro?


Ognuna delle mie opere è profondamente radicata nella mia esperienza personale che si rifà sempre alle mie paure, alle mie speranze e alle mie ribellioni contro l’autorità e il destino imposti dalla società.

Voglio che il pubblico si metta in discussione sul determinismo sociale, la sottile frontiera tra innocenza e corruzione, l’uguaglianza delle possibilità o la linea di dissolvenza tra il giusto e lo sbagliato nelle nostre società moderne.

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MICHAEL JACKSON FOR PRESIDENT – BY THE KID – 2017 – SCULPTURE IN OIL-PAINTED SILICONE AND VARIOUS MATERIALS NO ANIMAL WAS USED – PARIS GRAND PALAIS – MARCH-APRIL 2017 – PUBLIC COLLECTION SWITZERLAND ©THE KID ALL RIGHTS RESERVED – COURTESY ALB GALLERY


È appunto questo che mi colpisce: il fatto, che nella tua arte porti alla luce problemi sociali. Credi di avere un potente strumento nelle tue mani?


È un dovere sociale per me, mi sento profondamente costretto a farlo.


So che l’ispirazione per un artista può provenire ovunque. Che cosa t’ispira maggiormente?


Per la mia ultima mostra sono stato profondamente ispirato dalle parole di Abraham Lincoln: “L’America non sarà mai distrutta dall’esterno. Se cadiamo e perdiamo le nostre libertà, sarà perché ci siamo distrutti da soli.

(…) Peccare di silenzio quando bisognerebbe protestare, fa di un uomo un
codardo.” E anche dalle parole di Coretta Scott King moglie di Martin Luther King che disse: “La libertà non è mai stata realmente vinta, è stata conquistata e vinta da ogni generazione.”


Quando un’opera d’arte diventa importante per te? Hai bisogno di una conferma esterna o è qualcosa di esplicitamente personale?


È intuitiva al cento per cento, un’idea deve venire da me è una visione di un istante, che mi sembra assolutamente giusto ed essenziale, altrimenti non potrei trascorrere mesi su di essa.

toh magazine
RAGE AGAINST THE DYING OF THE LIGHT 13-18 – BY THE KID – 2017 – SCULPTURE IN OIL-PAINTED SILICONE AND VARIOUS MATERIALS – 48 x 48 x 38 CM ©2017 THE KID ALL RIGHTS RESERVED – COURTESY ALB GALLERY


Hai altri interesse rispetto all’arte?


Andare in Skate, la musica ovviamente; I Die Antwoord, The Thermals, The Velvet Underground e FKA Twigs, i film indie di ogni epoca, a dire il vero c’è sempre un film che sta andando mentre creo arte nel mio studio. Amo anche lo spirito iconico anni settanta di L.A. e sono un super fan del
motocross.


La pittura è qualcosa che un artista porta alla vita e dopo quel momento continua a vivere da solo, sei d’accordo con questo?


Penso sia stato Jackson Pollock che ha detto che la pittura scopre se stessa e che ogni artista dipinge quello che è, immagino sia lo stesso anche per me, ma sicuramente una volta che il lavoro è là fuori, è sicuramente il pubblico che gli da vita e offre un significato.


Che cosa pensi dell’arte contemporanea odierna?


Ritengo che gli artisti contemporanei dovrebbero sempre tenere a mente che, come ha detto una volta Pablo Picasso, l’arte non è destinata a mettere qualcosa di decorativo sopra il tuo divano, ma che è un’arma di guerra e quindi va usata come tale, almeno io sto cercando di non dimenticarmene
mai!

toh magazine
DAMAGED – BY THE KID – 2017 – OIL PAINT AND EGG TEMPERA ON CANVAS – 242x201x6cm-95x79x2in © 2017 THE KID ALL RIGHTS RESERVED – COURTESY GALERIE ALB


Guardando il tuo lavoro penso che hai lo stesso tipo di gusto che si trova in artisti quali Hamony Korine, Gus Van Sant, Larry Clark, Greg Araki o Xavier Dolan. Hai qualche riferimento o icona che percepisci come fonte d’ispirazione?

Naturalmente, le opere di Ron Mueck, i Chapman Brothers o Duane Hanson hanno sicuramente avuto una forte impressione su di me da adolescente, ma quello che mi tocca ancora più è la contemporaneità oscura di Caravaggio, stava usando prostitute e ladri per dipingere la Vergine
Maria e Gesù Cristo e scriveva sui muri per le strade di Roma, una sorta di graffiti precoci come “Nec Metu, Nec Spe” che significa “Senza speranza, senza paura “, anche la violenta purezza del Bernini e naturalmente anche film contro-culturali come Over The Edge di Kaplan, Mommy di
Xavier Dolan o Kids di Larry Clark.


Correggimi se sbaglio, ma guardando il tuo lavoro posso percepire un dualismo come buono e cattivo, forte e tenero, sbagliato?


È assolutamente corretto, è uno dei motivi per cui la bandiera degli Stati Uniti con le sue stelle e strisce è un elemento ricorrente nel mio lavoro, è per me simile simbolo di dualità, tra il giusto e il male, l’ideale e la realtà, l’innocenza e la corruzione è questo che la rende il perfetto simbolo
contemporaneo del clair-obscure sociale in cui ci troviamo e del sentimento offuscato del giusto e dello sbagliato sfavorevole soprattutto nella mia giovane generazione.